5. Le nuove esperienze

ansia e baricentro

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Quando stiamo per fare una nuova esperienza potremmo sentire una sorta di eccitazione che ci pervade; questo segnale del nostro organismo sta ad indicare semplicemente una spia luminosa che si accende. Cosa significa questa spia?

L’ansia è un mix

Per quanto riguarda l’ansia questa è uno stato d’animo composto da almeno una paura e un desiderio. La tipica ansia da esame ha all’interno perlomeno la paura di bocciare l’esame e il desiderio di passarlo. L’ansia non può esistere nei confronti di oggetti, situazioni o persone che ci sono del tutto indifferenti. Quindi, oltre a quanto detto riguardo alle paure, ogni volta che senti ansia sappi che all’interno di quell’ansia, oltre alla paura di qualcosa, c’è anche un desiderio di qualcosa. Individuare quel desiderio, farlo emergere, renderlo esplicito ed appoggiarcisi, può aiutare parecchio.

Le nuove esperienze: il peso dello sciatore

Quando stiamo per fare una nuova esperienza potremmo sentire una sorta di eccitazione che ci pervade; questo segnale del nostro organismo sta ad indicare semplicemente una spia luminosa che si accende. Cosa significa questa spia?

La persona con “carattere di pensiero” può essere portata ad interpretare la spia come un segnale di possibile pericolo (d’altronde – un battito più forte del proprio cuore potrebbe essere un possibile infarto – Cit.), quindi a stare all’erta ed assumere un atteggiamento prudenziale. La persona con queste caratteristiche caratteriali tende a voler preservare il mantenimento del proprio equilibrio interno, a voler mantenere la superficie del proprio mare emotivo piuttosto calma.

È un approccio che promette al soggetto una maggiore tranquillità e una riduzione al massimo dei pericoli. Cosa si intenda con “pericoli” poi è assolutamente soggettivo. In realtà questa spia luminosa può essere interpretata in altro modo, ad esempio come un segnale di eccitazione “positiva” che porta con sé un senso di piacevole curiosità – chissà cosa ci sarà (di bello) da scoprire -.

Questo atteggiamento prende in considerazione la possibilità che “il sentire” possa essere qualcosa di bello, di appagante, di piacevole, qualcosa che possa far stare bene e soprattutto che questo abbia valore di per sé. Per alcuni questo può sembrare scontato ma così non è per tutti. Un carattere di pensiero infatti può provare a spacciare “il capire” come un fine: “voglio capire al fine di capire”, invece che “capire al fine di fare qualcosa per stare meglio” ad esempio. Al riguardo si può affermare che “il capire” mai può essere un fine. Il capire è un mezzo. Al massimo si può accettare di sentir dire “passo il tempo a capire perché fare così mi piace”, ecco qua il famoso autoerotismo mentale.

“La pigrizia non è altro che una paura rivestita con un candido abito bianco”. G.P. Quattrini

Ogni situazione che andiamo a vivere porta con sé le sue spie luminose e la possibilità di essere approcciata con un atteggiamento o con l’altro.

Per dare un sapore maggiore di concretezza a quello che sto dicendo immaginiamo una persona che non sa sciare e che si sta apprestando ad affrontare la sua prima giornata di sci.

Si potrebbe dire che la posizione interna (intrapsichica) ottimale sarebbe quella di mischiare i due atteggiamenti precedentemente presi in considerazione: prudenza e curiosità. Risposta troppo giusta, troppo pensata. Mentre qua il punto non è razionale: non si tratta solamente di capire ma di sperimentare.

Possiamo paragonare il fare nuove esperienze (ma vale anche per la “normale” quotidianità) al fare una discesa sugli sci. Sugli sci è consigliabile tenere il peso un po’ in avanti, questo permette di poter scegliere meglio il percorso da fare, le curve da affrontare, dà in parole povere più controllo del mezzo. Certo il pericolo di cadere esiste ugualmente, la discesa sempre discesa è e non ti puoi fermare istantaneamente.

Andare con il peso indietro invece è sconsigliato. Si rischiano brutte cadute, si sente di non avere il controllo sul mezzo e dopo qualche botta la persona può decidere di abbandonare gli sci. Anche la tecnica dello spazzaneve affatica i quadricipiti, non dà libertà di movimento, e non è per niente il massimo della comodità. L’atteggiamento con cui ci approcciamo ad una situazione può essere scelto. E ad andare sugli sci si migliora con il tempo.

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